Imola – Cinquantanove giorni. Tanto è passato da quando Kimi Antonelli ha fatto il suo debutto ufficiale in Formula 1 con il team Mercedes-AMG. Poco meno di due mesi che sembrano già un’era, tra voli intercontinentali, briefing tecnici, sessioni al simulatore e, perché no, anche qualche compito in classe da recuperare.

Dal semaforo verde di Melbourne a oggi, il diciottenne bolognese ha affrontato sei Gran Premi, due Sprint Race e un tour de force emotivo che avrebbe messo in difficoltà anche un veterano. Eppure, la sua presenza in pista è sembrata naturale, quasi istintiva. Come se quel sedile in Mercedes fosse sempre stato lì ad aspettarlo.
Ora che la Formula 1 torna in Europa, Kimi si prepara a vivere il suo primo vero “GP di casa”. Imola, con le sue curve tecniche e la sua storia, rappresenta per lui qualcosa in più di una semplice tappa del calendario: è il ritorno alle origini, a pochi chilometri da dove tutto è cominciato.
Nonostante la giovane età, Antonelli ha già lasciato il segno. La capacità di ascoltare, imparare e adattarsi emerge in ogni weekend. Che si tratti di gestire le gomme, leggere una telemetria complessa o affrontare un’intervista con disinvoltura, Kimi dimostra di avere i piedi ben piantati a terra… anche se sfreccia oltre i 300 km/h.
Ma non è solo la pista a mettere alla prova il giovane talento. Fuori dal circuito, la sua è una vita scandita da orari doppi: quelli della Formula 1 e quelli della scuola. Mentre i compagni di classe affrontano l’esame di fisica, lui affronta un’interrogazione a cielo aperto in Q2. E mentre i professori correggono verifiche, lui analizza i dati della galleria del vento.
Il team Mercedes ha scelto di affiancarlo con attenzione e metodo, senza pressioni inutili. L’obiettivo della stagione non è vincere a tutti i costi, ma costruire. Imparare. Crescere. E lo stesso Antonelli sembra vivere questa fase con la giusta consapevolezza: determinato, ma mai sopra le righe. Ambizioso, ma sempre con uno sguardo lucido sul presente.
Il weekend di Imola è l’occasione per mostrarsi al pubblico di casa, per sentire l’affetto di chi lo ha visto crescere tra i kart e le prime monoposto. Ma è anche un’opportunità per prendersi una pausa – almeno per un attimo – e rendersi conto del cammino compiuto in così poco tempo.
Il futuro? Ancora tutto da scrivere. Ma Kimi ha già la penna in mano. Anzi, il volante. Con la stessa determinazione con cui affronta un giro da qualifica, sta tracciando una linea precisa tra sogno e realtà. E se a bordo pista c’è anche un libro di matematica da aprire… pazienza. Ogni campione, in fondo, ha iniziato così.